La sceneggiatura è disordinata e la regista Penny Marshall si conferma modesta.
Ambigua e disperata, Uma Thurman disegna un palpitante ritratto femminile; Tim Roth è repellente al punto giusto come ruffiano e ricattatore; Julian Sands esprime con pari credibilità la grandezza e la miseria del mestiere di re.
Deciso a non darsi per vinto, La Manna entra in contatto con un pregiudicato che, volendo vendicarsi di don Peppino, promette al commissario, in cambio di un passaporto falso, importanti rivelazioni a carico del boss.
Gli avremmo dato del megalomane, ma dopo gli incassi dei due film di Zalone.
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